Dal termine "Magia" al termine "Stregoneria"
È noto che la Magia ha origine antichissima; nasce con l’Uomo stesso e per lungo tempo si è basata sulla conoscenza di erbe, minerali, animali e sullo studio dell’astronomia.
Inizialmente, quindi, la Magia aveva principalmente lo scopo di migliorare la vita di tutti, e il popolo e Maghi convivevano in pace, spesso collaborando gli uni con gli altri.
Tracce di questo passato resistettero per lungo tempo tra le comunità rurali e contadine, così come sopravvissero antiche conoscenze culturali d’origine pagana sedimentate nelle varie epoche storiche. Tra queste ricoprì un ruolo molto importante il culto per Diana (l’Artemide dei Greci) con i suoi santuari (famoso quello sul colle Aventino, a Roma) nei quali la tradizione romana riteneva che ella offrisse protezione agli animali, schiavi e partorienti. Il culto di questa divinità non scomparve ma, anzi, rimase per tutto il Medioevo nelle tradizioni folcloriche medievali, naturalmente rivisto e adeguato alla Dottrina Cristiana.Nel corso del Medioevo, però, si assistette ad una graduale trasformazione del termine magia, che si ammantò di caratteristiche negative e fu sostituito da quello di “stregoneria”. Inizialmente, infatti, per “stregoneria” il popolo intendeva esclusivamente la Magia Nera, ma il termine fu poi esteso a tutti quegli interventi tendenti a modificare le forze naturali nel bene o nel male, per un singolo o per tutto il gruppo umano. In altre parole, divenne “stregoneria” la pratica e l’esercizio della Magia in generale, buona o malvagia, da parte delle Streghe e dei Maghi.
Sottolineare questa trasformazione non è un puro vezzo linguistico, bensì un passaggio essenziale per comprendere come chi praticava la Magia, o era sospettato di farlo, divenne il capro espiatorio di tutti i problemi dell’epoca (epidemie, carestie, disastri naturali).
Inizialmente, quindi, la Magia aveva principalmente lo scopo di migliorare la vita di tutti, e il popolo e Maghi convivevano in pace, spesso collaborando gli uni con gli altri.
Tracce di questo passato resistettero per lungo tempo tra le comunità rurali e contadine, così come sopravvissero antiche conoscenze culturali d’origine pagana sedimentate nelle varie epoche storiche. Tra queste ricoprì un ruolo molto importante il culto per Diana (l’Artemide dei Greci) con i suoi santuari (famoso quello sul colle Aventino, a Roma) nei quali la tradizione romana riteneva che ella offrisse protezione agli animali, schiavi e partorienti. Il culto di questa divinità non scomparve ma, anzi, rimase per tutto il Medioevo nelle tradizioni folcloriche medievali, naturalmente rivisto e adeguato alla Dottrina Cristiana.Nel corso del Medioevo, però, si assistette ad una graduale trasformazione del termine magia, che si ammantò di caratteristiche negative e fu sostituito da quello di “stregoneria”. Inizialmente, infatti, per “stregoneria” il popolo intendeva esclusivamente la Magia Nera, ma il termine fu poi esteso a tutti quegli interventi tendenti a modificare le forze naturali nel bene o nel male, per un singolo o per tutto il gruppo umano. In altre parole, divenne “stregoneria” la pratica e l’esercizio della Magia in generale, buona o malvagia, da parte delle Streghe e dei Maghi.
Sottolineare questa trasformazione non è un puro vezzo linguistico, bensì un passaggio essenziale per comprendere come chi praticava la Magia, o era sospettato di farlo, divenne il capro espiatorio di tutti i problemi dell’epoca (epidemie, carestie, disastri naturali).