Il contatto tra Streghe e Popolo: i Maleficia
Se le classi colte erano ossessionate dall’idea del complotto e della ribellione e il Sabba costituiva per loro il peccato più grande delle streghe, per il popolino questo aspetto divenne importante solo quando, grazie alle prediche e all’azione degli inquisitori, venne conosciuto. Fu così che il sabba e l’idea del patto con il diavolo si unirono a paure ben più pratiche e concrete, quelle dei maleficia.
In una testimonianza compare l’infanticidio, ma non atto a soddisfare e celebrare Satana, quanto a mandare un maleficio sulle spighe: nel mondo contadino le streghe attentano al benessere della società che, necessariamente, passa attraverso, la produttività dei campi o degli animali.
Gli operatori magici, come già ritenuto nell’antichità, potevano dominare gli eventi atmosferici, scatenare una tempesta solo spruzzando acqua verso il cielo.
Ci troviamo in un contesto di società di villaggio, fatto di invidie e gelosie, era facile essere accusate di praticare la magia e di fare fatture. Nel 1502 alcuni uomini provenienti dai villaggi di Scholtz, Ettisweil e Albersweile si lamentarono con il sindaco per i malefici compiuti da Dichtlin, moglie di Hans in Der Gasse, e di sua figlia Anna. Il quadro che emerge è chiaro, una dozzina di testimoni lancia accuse contro Dichtlin e Anna, tutte riguardano i maleficia. Otto volte viene accusata di aver provocato temporali battendo l’acqua del fiume, in due casi ha causato la morte di un uomo, in un caso ha causato malattie, in un altro ha causato la morte di un bue e in un altro la distruzione di una proprietà con un fulmine. Dichtlin è una levatrice e l’unica una motivazione fornita per i suoi maleficia, è la gelosia contro le sue rivali nella professione.
Le streghe del mondo popolare ci fanno quasi sorridere, più che potenti mandanti del demonio, sembrano maghi dispettosi e iracondi, cui non interessa attentare alla vita della chiesa, ma punire i propri compaesani per torti subiti, come appare chiaro dalla storia della famiglia Trevisand. Nel 1601-1602 nel Devonshire, in Inghilterra, vennero raccolte prove riguardanti maleficia perpetrati nel villaggio di Hardness dalla famiglia Trevisand: i testimoni furono 12 e portarono accuse molto precise.
I verbali sono pieni di scaramucce e testimoniano più il cattivo carattere della famiglia e la loro fama di iettatori. Per esempio, Cristian Webbe, una vedova, diede in affitto una casa a Michel Trevisan. Quando Cristian chiese la pigione, Alice Trevisand la maledì dicendo «Sarà peggio per te». Alice gettò l’acqua sulla casa di Cristian che fortunatamente venne avvisata da un vicino. Alice invece fu vittima della sua stessa magia perché scivolò su quei gradini, si ammalò gravemente e parte delle mani e delle dita marcirono e si consumarono.
Come vediamo, normali storie di cattivo vicinato trasformano una donna arcigna e maligna in una strega, quando poi alle dicerie popolari cominciarono a sommarsi le teorie teologiche, iniziarono i roghi e i processi.
In una testimonianza compare l’infanticidio, ma non atto a soddisfare e celebrare Satana, quanto a mandare un maleficio sulle spighe: nel mondo contadino le streghe attentano al benessere della società che, necessariamente, passa attraverso, la produttività dei campi o degli animali.
Gli operatori magici, come già ritenuto nell’antichità, potevano dominare gli eventi atmosferici, scatenare una tempesta solo spruzzando acqua verso il cielo.
Ci troviamo in un contesto di società di villaggio, fatto di invidie e gelosie, era facile essere accusate di praticare la magia e di fare fatture. Nel 1502 alcuni uomini provenienti dai villaggi di Scholtz, Ettisweil e Albersweile si lamentarono con il sindaco per i malefici compiuti da Dichtlin, moglie di Hans in Der Gasse, e di sua figlia Anna. Il quadro che emerge è chiaro, una dozzina di testimoni lancia accuse contro Dichtlin e Anna, tutte riguardano i maleficia. Otto volte viene accusata di aver provocato temporali battendo l’acqua del fiume, in due casi ha causato la morte di un uomo, in un caso ha causato malattie, in un altro ha causato la morte di un bue e in un altro la distruzione di una proprietà con un fulmine. Dichtlin è una levatrice e l’unica una motivazione fornita per i suoi maleficia, è la gelosia contro le sue rivali nella professione.
Le streghe del mondo popolare ci fanno quasi sorridere, più che potenti mandanti del demonio, sembrano maghi dispettosi e iracondi, cui non interessa attentare alla vita della chiesa, ma punire i propri compaesani per torti subiti, come appare chiaro dalla storia della famiglia Trevisand. Nel 1601-1602 nel Devonshire, in Inghilterra, vennero raccolte prove riguardanti maleficia perpetrati nel villaggio di Hardness dalla famiglia Trevisand: i testimoni furono 12 e portarono accuse molto precise.
I verbali sono pieni di scaramucce e testimoniano più il cattivo carattere della famiglia e la loro fama di iettatori. Per esempio, Cristian Webbe, una vedova, diede in affitto una casa a Michel Trevisan. Quando Cristian chiese la pigione, Alice Trevisand la maledì dicendo «Sarà peggio per te». Alice gettò l’acqua sulla casa di Cristian che fortunatamente venne avvisata da un vicino. Alice invece fu vittima della sua stessa magia perché scivolò su quei gradini, si ammalò gravemente e parte delle mani e delle dita marcirono e si consumarono.
Come vediamo, normali storie di cattivo vicinato trasformano una donna arcigna e maligna in una strega, quando poi alle dicerie popolari cominciarono a sommarsi le teorie teologiche, iniziarono i roghi e i processi.