L'avvicinamento con il Diavolo: i Sabba
La strega è un essere umano legato al diavolo da un patto o da un contratto che lo renda d suo servitore. A intervalli regolari le streghe dovevano recarsi a convegni sacrileghi e orgiastici, conosciuti col nome di sinagoga e, in seguito di sabba. C’erano i sabba ordinari, che generalmente avvenivano di venerdì e vi si radunavano poche streghe, e c’erano i sabba ecumenici, che si tenevano tre o quattro volte l’anno e a cui partecipavano streghe provenienti da ogni parte.
La riunione è presieduta dal demonio che siede su un trono d’ebano: dalle sue corna fluisce luce e dai suoi occhi fiamme, la sua voce è orribile e il volto emana malinconia
Durante il sabba Satana chiede che si rinunci alla fede cristiana e che gli si rechi onore con il bacio osceno sul deretano, sul piede sinistro o sui genitali. Poi, vestito di nero, con mitra e cotta, tiene un sermone e ordina i seguaci di non tornare al cristianesimo e promette loro un paradiso migliore di quello cristiano.
Il sabba concretizza un incubo universale: durante il rito si celebrano infanticidio e cannibalismo, da sempre atti che costituiscono tabù nel mondo occidentale e che quindi venivano imputati ai capri espiatori (cristiani al tempo dei Romani o ebrei al tempo dei cristiani).
«Circa due anni prima, in una notte d’estate esumarono dal cimitero di Martignana un figlio di quelli dei Francesi, che esse avevano ucciso la notte precedente e portatolo a Rofreddo, nella casa di Margherita Giordana, lo cossero nell’acqua e, mettendo da parte il grasso per ungere i loro bastoni, fecero salsicce delle sue carni e fra di loro se le mangiarono e divisero, dandone ad altri da mangiare» (Verbale degli interrogatori di Caterina Bonivarda e Caterina Borrella, Cuneo 6 dicembre 1495).
Il sabba è il regno della frenesia e della libido, le streghe ballano nude una danza ipnotica che le lascia spossate e insoddisfatte, anche l’accoppiamento con il demonio non dà loro alcun piacere, perché il seme di Satana è freddo. I cibi sono bellissimi a vedersi ma hanno sapori orribili e sono del tutto privi di sale che è simbolo di Cristo.
«Nei sabba vi sono tavole imbandite, cui le streghe si accostano per gustare le vivande che il demonio offre. A tutte accade che, anche se le tavole hanno un bell’aspetto, le vivande sono così repellenti che, a guardarle e ad annusarle, anche lo stomaco più attanagliato dalla fame ne ha nausea».
«Ai banchetti seguono danze sfrenate in cerchio, sempre volte verso sinistra che causano solo stanchezza, noia affanno».
«[…] Demoni e adepti si mischiano allora turpamente» (ibidem).
Il pasto servito è costituito da portate rivoltanti: pesce e carne dal gusto di legno marcio, vino col sapore dei liquami del letame, carne di bambini.
Le streghe sono eretiche e apostate, non vogliono sostituire la religione cattolica con le loro pratiche, ma sconfiggerla e glorificare satana, per questo i Sabba sono spesso ribaltamento del rito religioso. L’ostia non viene solo calpestata, ma profanata, così si legge nei verbali dei già citati processi a Caterina Bonivarda a Cuneo nel 1495:
«Tutte confessano di aver ricevuto nella Pasqua del 1493 il corpo del Signore nostro Gesù Cristo e, su istigazione dei demoni di essersi tolte da bocca l’ostia consacrata, di averla conservata e portata nella loro riunione notturna, di averla gettata in terra colpendola con verghe sino a ridurla in minuscoli pezzetti su cui avevano sputato e urinato, mentre i demoni presenti esultavano».
Spesso veniva somministrata una parodia dell’eucarestia sotto ambo le specie, ma quel che si riceveva era un oggetto duro e nero e un boccale pieno di liquido nauseabondo.
La riunione è presieduta dal demonio che siede su un trono d’ebano: dalle sue corna fluisce luce e dai suoi occhi fiamme, la sua voce è orribile e il volto emana malinconia
Durante il sabba Satana chiede che si rinunci alla fede cristiana e che gli si rechi onore con il bacio osceno sul deretano, sul piede sinistro o sui genitali. Poi, vestito di nero, con mitra e cotta, tiene un sermone e ordina i seguaci di non tornare al cristianesimo e promette loro un paradiso migliore di quello cristiano.
Il sabba concretizza un incubo universale: durante il rito si celebrano infanticidio e cannibalismo, da sempre atti che costituiscono tabù nel mondo occidentale e che quindi venivano imputati ai capri espiatori (cristiani al tempo dei Romani o ebrei al tempo dei cristiani).
«Circa due anni prima, in una notte d’estate esumarono dal cimitero di Martignana un figlio di quelli dei Francesi, che esse avevano ucciso la notte precedente e portatolo a Rofreddo, nella casa di Margherita Giordana, lo cossero nell’acqua e, mettendo da parte il grasso per ungere i loro bastoni, fecero salsicce delle sue carni e fra di loro se le mangiarono e divisero, dandone ad altri da mangiare» (Verbale degli interrogatori di Caterina Bonivarda e Caterina Borrella, Cuneo 6 dicembre 1495).
Il sabba è il regno della frenesia e della libido, le streghe ballano nude una danza ipnotica che le lascia spossate e insoddisfatte, anche l’accoppiamento con il demonio non dà loro alcun piacere, perché il seme di Satana è freddo. I cibi sono bellissimi a vedersi ma hanno sapori orribili e sono del tutto privi di sale che è simbolo di Cristo.
«Nei sabba vi sono tavole imbandite, cui le streghe si accostano per gustare le vivande che il demonio offre. A tutte accade che, anche se le tavole hanno un bell’aspetto, le vivande sono così repellenti che, a guardarle e ad annusarle, anche lo stomaco più attanagliato dalla fame ne ha nausea».
«Ai banchetti seguono danze sfrenate in cerchio, sempre volte verso sinistra che causano solo stanchezza, noia affanno».
«[…] Demoni e adepti si mischiano allora turpamente» (ibidem).
Il pasto servito è costituito da portate rivoltanti: pesce e carne dal gusto di legno marcio, vino col sapore dei liquami del letame, carne di bambini.
Le streghe sono eretiche e apostate, non vogliono sostituire la religione cattolica con le loro pratiche, ma sconfiggerla e glorificare satana, per questo i Sabba sono spesso ribaltamento del rito religioso. L’ostia non viene solo calpestata, ma profanata, così si legge nei verbali dei già citati processi a Caterina Bonivarda a Cuneo nel 1495:
«Tutte confessano di aver ricevuto nella Pasqua del 1493 il corpo del Signore nostro Gesù Cristo e, su istigazione dei demoni di essersi tolte da bocca l’ostia consacrata, di averla conservata e portata nella loro riunione notturna, di averla gettata in terra colpendola con verghe sino a ridurla in minuscoli pezzetti su cui avevano sputato e urinato, mentre i demoni presenti esultavano».
Spesso veniva somministrata una parodia dell’eucarestia sotto ambo le specie, ma quel che si riceveva era un oggetto duro e nero e un boccale pieno di liquido nauseabondo.